La bella storia di banca Popolare Sant'Angelo
Palermo, 11 novembre 2023 - La storia della Banca Popolare Sant’Angelo e della famiglia Curella è sinomimo, da oltre un secolo, di presenza sul territorio ed adesione ad un sistema valoriale. A raccontarla è Ines Curella, Amministratore delegato dell’Istituto.
Nel 1920 venne fondata la Banca Popolare Sant’Angelo, inizialmente chiamata “Unione Economica Popolare”, grazie all’iniziativa dell’avvocato Angelo Curella. Nei primi del 900 Licata era uno dei centri più industriosi e produttivi dell’intera Sicilia, questo grazie al suo porto ma anche grazie ad alcune piccole e medie imprese del settore chimico e alimentare, che erano già sorte in quell’epoca. Accanto a tali attività imprenditoriali esistevano un fiorente artigianato, un’agricoltura molto diffusa e varia, nonché le correlate attività commerciali. Eppure, a Licata, come in quasi tutta l’isola mancavano gli istituti di credito in grado di sostenere queste fiorenti realtà. Agli inizi del secolo, grandi gruppi bancari e poli industriali nazionali avevano sì messo piede in Sicilia, ma solo per rivolgersi ai grandi gruppi e alle attività economiche e imprenditoriali di vasta caratura, trascurando il sostegno alle piccole intraprese locali. Anche a Licata, quindi, era avvertita la necessità di costituire una banca popolare, proprio sul modello degli istituti di credito che erano già sorti in varie parti d’Italia per opera soprattutto di Luigi Luzzati, il più importante portavoce dei principi cooperativistici. Per questa ragione e con queste encomiabili finalità, così come era già accaduto in quegli stessi anni in altri centri della Sicilia nei quali erano state costituite delle nuove banche ispirate ai principi popolari diffusi da Luzzati, anche a Licata nel gennaio 1920 si diede vita alla società anonima Unione Economica Popolare, di fatto una cooperativa creditizia che esercitava credito e commercio a vantaggio della piccola e media economia locale”.
Appena fondata, la banca si basò sulla mobilitazione dei capitali locali e sul ricorso ai depositi retribuiti, chiudendo un primo esercizio con risultati apprezzabili. In seguito all'entrata in vigore di una nuova legge bancaria che avrebbe determinato una rapida concentrazione del settore e una crisi dei piccoli istituti non in grado di adeguarsi ai suoi requisiti si decise di modificare lo statuto, attribuendo a questo nuovo soggetto economico, di più spiccata fisionomia bancaria, la nuova denominazione di Banca Sant’Angelo: in onore del santo patrono di Licata, ciò a sottolineare sia la forte matrice cattolica dell’iniziativa, sia l’altrettanto forte legame con il territorio.
La banca è riuscita a svilupparsi, a consolidarsi e a operare ininterrottamente nel territorio in cui e per cui è nata, grazie alla capacità dell’erede di Angelo Curella, Nicolò Curella prima Dg successivamente Presidente (dal 1967 fino al 2015), di fondere e armonizzare la costante spinta verso l’innovazione e la corretta e piena percezione dei tempi e dei contesti in cui ha operato e tuttora opera, con l’assoluta fedeltà alle proprie origini, ai propri irrinunciabili valori professionali, etici e socio-economici, e agli scopi e alle finalità di sostegno, sviluppo e crescita del territorio cui appartiene, che conosce profondamente e a cui rivolge in modo esclusivo tutte le proprie energie e la propria attività. Nel corso degli anni la banca ha realizzato alcune fusioni con altri istituti di credito siciliani, un’autentica novità nel tessuto economico e culturale. L’obiettivo era quello di sviluppare e far crescere la banca, per renderla più competitiva in un mercato che diventava sempre più complesso e impegnativo.
Esse nascevano anche da una piena convergenza tra la banca Sant’Angelo e i diversi istituti con cui si univa. A tale espansione, che in quel periodo fece della Sant’Angelo una banca di caratura regionale, si affiancarono sempre una costante attenzione alla formazione e allo sviluppo del personale della banca, una spiccata sensibilità verso le più rilevanti innovazioni di settore, sia sul fronte tecnologico che su quello organizzativo e strutturale, nonché la piena e ininterrotta valorizzazione strategica e operativa delle proprie radici territoriali, economiche e culturali di banca popolare del territorio, autentici pilastri fondamentali dell’Istituto anche e soprattutto oggi, in tempi in cui, accanto alle crescenti dimensioni di alcuni, pochi, istituti di credito, si avverte sempre più pressante l’esigenza di tutelare adeguatamente i piccoli e medi operatori socio-economici non solo della Sicilia o del meridione d’Italia, ma dell’intera compagine comunitaria europea.
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